L’aperitivo nuoce alla tua linea?

Premessa.

Il rito dell’aperitivo, pur avendo origini datate e risalenti persino agli ultimi anni del ‘700, solo negli ultimi decenni si è notevolmente espanso a tutto il territorio italiano, da cui ha appunto origine, e ai paesi europei limitrofi come per esempio Svizzera, Francia, Germania e Spagna.

Il termine “aperitivo” per essere precisi fa riferimento ad una bevanda generalmente alcolica, ma che può essere anche analcolica, come vino o birra o Aperol/Campari Spritz o cocktail più complessi, che avrebbe la funzione almeno secondo la tradizione di stimolare l’appetito in previsione della cena. In realtà insieme alla bevanda vengono serviti e consumati stuzzichini di vario tipo che vanno dalle patatine alle arachidi salate fino ad alimenti più sazianti come formaggi e insaccati.

Spesso nella pratica in studio una delle domande più frequenti che mi viene posta è su come gestire l’aperitivo, se continuare a farlo o se rinunciarci e soprattutto in che modo questo possa influire sulla forma fisica o sul successo della dieta. Prima di dare un parere è necessario capire in termini nutrizionali le caratteristiche di questo diffusissimo rito sociale.

In termini prettamente calorici quanto rende un aperitivo?

Dobbiamo considerare sia la componente alcolica tipica della bevanda che la componente grassa dei così detti stuzzichini.

Tra le bevande la componente alcolica varia abbastanza e di conseguenza ci sono importanti differenze a livello calorico. Rapportando il tutto a 100ml e considerando le più diffuse bevande a livello nazionale abbiamo in media:

  • birra chiara: 45 kcal
  • vino rosso o bianco: 90 kcal
  • spritz Aperol o Campari: 60 kcal
  • cocktail (e.g. Americano, Negroni, Martini ecc.): oltre 120 kcal.

Facendo due conti verrebbe da pensare che se volessi risparmiare sulle calorie sarebbe meglio consumare una birra o uno spritz ma in pratica non è proprio così in quanto dobbiamo ragionare sulla “serving size” ovvero sulla porzione che generalmente viene servita; quindi un calice di vino apporta in media 120 kcal, una birra classica bionda in bottiglia da 33cl apporta in media 130 kcal, uno spritz che raramente viene servito in bicchieri piccoli può arrivare fino alle 150 kcal.

Il problema non è però solo la componente alcolica di cui approfondiremo a breve ma anche la componente grassa degli stuzzichini. Patatine, arachidi salate, pizzette, tramezzini spesso accompagnati da salse di vario tipo fanno lievitare il totale delle calorie di un aperitivo a più di 300 e solo se ci limitiamo a una porzione di bevanda e qualche pugno di patatine o frutta secca! Spesso e volentieri però non si rinuncia al “secondo giro” ed a volte quello che è solo un aperitivo diventa una cena vera e propria con l’aggravante di una componente nutrizionale fortemente sbilanciata oltre che poco salutare.

Quali sono le conseguenze dell’abuso di alcol e quanto influisce sul nostro organismo?

L’alcol etilico o etanolo è in qualche modo un precursore degli acidi grassi la cui unione con il glicerolo porta alla formazione dei trigliceridi. Una volta ingerito viene ossidato a livello epatico in acetaldedeide e poi in acetato che fuori dal fegato porta alla formazione di acetil-coa, molecola quest’ultima che rappresenta una fonte energetica fondamentale del nostro organismo ma se in eccesso porta anche alla formazione di acidi grassi. Quantità importanti di etanolo sono quindi connesse ad un incremento di trigliceridi circolanti nel sangue che si depositano come grasso nei tessuti.

L’alcol è quindi assolutamente lipogenetico e un suo abuso può portare a conseguenze che vanno ben oltre l’aumento di peso; oltre a essere una sostanza pro-infiammatoria a livello gastrointestinale risulta anche tossico a livello epatico e cerebrale. A livello epatico un’assunzione cronica ed eccessiva può portare a cirrosi ed epatocarcinoma, a livello cerebrale oltra a instaurare meccanismi di dipendenza comporta differenti problemi di natura psichica.

Come viene considerata l’alternativa analcolica?

L’alternativa analcolica dell’aperitivo può avere una validità ma nasconde anch’essa delle controindicazioni. Cocktail alla frutta analcolici sono spesso ricchi di zuccheri come anche una lattina di Coca-Cola non rientra proprio tra le linee guida di una sana alimentazione. Lo zucchero pur avendo un impatto differente rispetto all’alcol è pur sempre metabolicamente parlando una sostanza poco indicata per il mantenimento della linea. Nel contesto dell’aperitivo rimane sempre e comunque il “problema calorico” derivato dall’assunzione di alimenti ipercalorici e poco salutari.

In conclusione, esiste una giusta misura che consenta di tenermi in forma senza rinunciare all’aperitivo?

La risposta è sì e no perché dipende dagli obiettivi che mi pongo. Se per esempio sono tanto esigente con me stesso e voglio definire alla perfezione il mio fisico allora sarebbe il caso di fare un fioretto per qualche mese, se invece non ho questo tipo di esigenze allora un aperitivo settimanale caratterizzato da uno o due bicchieri di vino accompagnati da uno snack di modesta porzione non dovrebbe causare alcun problema, sempre che per il resto della settimana segua una dieta bilanciata e salutare.

Capita però a volte che a seconda del contesto sociale in cui ci troviamo cediamo spesso alle tentazioni nonostante ci si metta tutta la buona volontà nel limitarsi trasformando così un semplice aperitivo in una cena ipercalorica. A riguardo potrebbero risultare utili alcuni miei consigli:

  • prima di uscire di casa fare una merenda sana e saziante in modo da non arrivare troppo affamato. Avere lo stomaco un po’ pieno rallenta inoltre l’assorbimento dell’alcol evitando anche spiacevoli conseguenze qualora ne abusassimo;
  • durante l’aperitivo e se ci troviamo tra un gruppo di persone cercare di tardare o rallentare il consumo della bevanda in modo da non dare l’impressione di aspettarne una replica;
  • anziché consumare stuzzichini tipo patatine o arachidi o pizzette o tramezzini con salse, sarebbe più opportuno ordinare una tartina di pane con affettato di qualità tipo prosciutto crudo o cotto;
  • optare qualche volta, anche se per i buongustai potrebbe risultare un oltraggio, per un vino allungato con seltz o soda tipo spritz bianco o rosso, potremmo così permetterci qualche bicchiere in più;
  • possibilmente fare l’aperitivo nei weekend e non subito dopo il lavoro, potremmo forse sentirci più rilassati e meno affamati evitando così gli eccessi;
  • porsi comunque sempre un limite orario o organizzare la serata in modo che l’aperitivo non sia l’ultimo impegno del giorno.

Author: Mauro Meloni

Trasferito a Udine nel 2012 come assegnista di ricerca presso l’omonima università, ho conseguito nel 2015 a Roma un master della NUTRIFOR in Nutrizione e Alimentazione Umana decidendo di intraprendere la via della libera professione. Mi chiamo Mauro Meloni e svolgo la libera professione a Udine come Biologo Nutrizionista. La mia formazione accademica è iniziata a Cagliari, città in cui sono nato nel 1976 e dove ho conseguito la laurea in Scienze Biologiche (2003). Successivamente (2007), ho ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca (PhD) in Microbiologia e Virologia.

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